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Immagine del redattoreAlessandro Malinverni

Ubaye

Aggiornamento: 4 giu 2019

Chi mi conosce sa che nel titolo di questo post c'è tanto di me. Una meravigliosa valle francese, poco oltre il confine, che per me rappresenta molto. Sono i miei luoghi del cuore, quelli per i quali sento un richiamo inspiegabile.

La prima volta della stagione, quest'anno con un mese di ritardo visto il tempo bizzarro di questa primavera, è sempre come fosse una riscoperta: torno a vedere, dopo un lungo inverno, se è ancora tutto come l'avevo lasciato l'anno prima. I passi sono aperti quasi tutti, ma in quota la neve è ancora abbondante e le marmotte corrono alla ricerca di cibo terminato il letargo.


In valle fa caldo ed i prati sono in fiore. In montagna, soprattutto in questa stagione, puoi decidere di fermarti alla temperatura che desideri, semplicemente scegliendo la quota.


La moto, reduce da un inverno in officina dopo il massacrante viaggio in Asia della scorsa estate, gira che è un violino e con lei mi diverto a pennellare le infinite curve, ormai le conosco quasi tutte. La guida rilassata ed il silenzio dell'alta quota mi consentono di staccare col mondo e ritrovarmi, sono i miei luoghi e ci sto bene. E' come se vi ci fossi nato. Quanto mi piacerebbe conoscerli come uno del posto.


Nonostante sia solo un ospite straniero però, ho anche io i miei posticini tranquilli, dove non passa quasi nessuno, dove posso rilassarmi senza alcun rumore se non quello della natura, li ritrovo ogni anno identici, quasi fossero dipinti protetti da un vetro, e mi limito a godermeli in pace, sdraiandomici e chiudendo gli occhi, senza toccare nulla.

In questa stagione lo dico sempre: il lunedì al lavoro, puntuale come sempre, ma a differenza degli altri periodi dell'anno, il mio cuore è rimasto lassù.

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